mercoledì 27 gennaio 2016

Il libro di Josef - La Scuola media di Occimiano


 






 
    PREMIO NAZIONALE 
I Giovani ricordano
la Shoah
assegnato alla
SCUOLA SECONDARIA 
DI PRIMO GRADO di OCCIMIANO
Istituto Comprensivo Ticineto - Don Milani
               (Piemonte)

Alcuni momenti, della trasferta a Roma della Scuola di Occimiano
Sopra all'ingresso del Palazzo del Quirinale, a sinistra la professoressa Sara Faroni riceve la targa premio dal Presidente della Repubblica Mattarella... a destra la sala del ricevimento 







Il disarmante sorriso di Anne, che ha sconfitto l'oblìo, 
rimane per me il simbolo migliore 
di come il Bene, alla fine, sia più forte di tutte le atrocità.
Dedicato a tutti noi in questo giorno particolare.


Today, January 27th, in Europe we remember the victims of Nazism (Auschwitz, Birkenau...) with a day called "The Memory Day". I chose Anne Frank as a symbol of how hope can survive also in such terrible moments. Her smile crosses time and arrives to us. Intact.

 Oggi, il 27 gennaio, in Europa, vorrei ricordare le vittime del nazismo (Auschwitz Birkenau...) Con un giorno chiamato "la giornata della memoria". Ho scelto di Anne Frank come un simbolo di speranza come può sopravvivere anche in questi momenti terribili. Il suo sorriso attraversa il tempo e arriva a noi. Intatto.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                            SARA FARONI



IL LIBRO DI JOSEF

Cos'è il libro di Josef?

Le classi III A e III B, sotto la guida dei docenti Sara Faroni, Paola Malfatti e Paolo Mazzucco, hanno creato il diario di un bambino immaginario, Josef Klein, che durante gli anni del Nazismo decide di preservare testi e disegni degli autori proibiti e dei pittori ‘degenerati’ destinati al rogo e all’oblio. Josef, nato nel 1920, appartiene a una ricca famiglia di Berlino.

La sua famiglia è ariana e simpatizzante di Hitler, Josef ha invece idee completamente diverse, che nasconde ai suoi.

 
Il ragazzo ha assistito a Berlino al rogo dei libri del 1933 e quindi decide in quell’anno di ricopiare nel suo diario le poesie che gli piacciono di più degli autori vietati dal Nazismo per evitare che tutto vada perso; durante la stesura, il ragazzo comincia anche a raccontare tutti i fatti che vede intorno a lui di profonda discriminazione ed esprime le sue idee su di essi: non è per niente d'accordo e cerca di tenere nascosto ciò che prova per evitare che la gente cominci a sospettare che lui stia dalla parte degli Ebrei.

Nel timore di essere scoperto, seppellisce in campagna il diario; viene poi deportato nel campo di Auschwitz II–Birkenau nel 1940 come prigioniero politico per attività antinazista e poi, nel 1947, a guerra finita, recupera il suo diario per lasciarlo in eredità a figli e nipoti.





Il diario di Josef è stato scritto dai ragazzi nelle ore di Italiano e Storia e poi arricchito con disegni nelle ore di Arte.

 







 
 



 



Nel suo assemblaggio definitivo, il diario è stato scritto in un carattere simile a quello delle vecchie macchine da scrivere degli anni ‘40 e arricchito con scritte (e macchie!) fatte con il pennino a china, per dare un aspetto più autentico e vissuto.
 

 







 Oltre a scriverne i contenuti, gli studenti hanno anche costruito loro stessi il libro: utilizzando un telaio di legno artigianale, hanno rilegato le pagine del libro con ago, filo, garza, cartone e stoffa, sotto la guida del professore di Tecnologia e Arte.

Il ‘Libro’ di Josef, come oggetto in sé (oltre che per la storia umana che racconta), ha quindi anche un forte significato simbolico: rappresenta un omaggio a tutti i libri bruciati nei roghi nazisti, tema del concorso.

Un libro per tutti i libri. Perché, come aveva profetizzato il poeta preferito di Josef, Heinrich Heine, nel lontano 1820, "Là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini".